La caccia ai PFAS: un impegno comune per la tutela della salute

Ultima modifica: 05/11/2025 alle 14:36
pfas

In ATS Milano si è tenuto un evento formativo dal titolo “Caccia ai PFAS” che ha visto coinvolti esperti di vari settori dei servizi di prevenzione: medicina del lavoro, sicurezza alimentare umana e animale, protezione ambientale, sicurezza chimica, laboratorio, epidemiologia e con il contributo dell’ufficio comunicazione di ATS Milano. 

Al gruppo dei PFAS appartengono migliaia di sostanze chimiche ampiamente utilizzate per produrre oggetti e materiali resistenti all’acqua, alle sostanze oleose e al calore: pentole antiaderenti, tessuti e calzature impermeabili, detergenti, tappeti e rivestimenti, alcuni imballaggi alimentari, cosmetici, farmaci, vernici, schiume antincendio e numerosi altri prodotti. Data la loro ampia diffusione, i PFAS si possono trovare nell’ambiente ed entrare nella catena alimentare e nell’acqua potabile, arrivando quindi sulle nostre tavole.

Gli effetti sulla salute dei PFAS sono ancora oggetto di studio; al momento sono ipotizzati per alcuni di essi effetti quali alterazioni metaboliche, tossicità per la riproduzione e cancerogenicità. Si sospetta inoltre che i PFAS possano essere degli interferenti endocrini, cioè interagire con gli ormoni dell’organismo alterandone la funzionalità. Tali aspetti sono di rilievo non solo per i cittadini, che possono essere esposti ai PFAS principalmente tramite l’acqua potabile e gli alimenti, ma anche per alcuni lavoratori che potrebbero essere esposti per inalazione o contatto durante i processi produttivi.

L’evento formativo ha rappresentato l’occasione per fare il punto della situazione sulle conoscenze e soprattutto sullo stato dell’arte relativo ai controlli dei PFAS in diversi ambiti, compatibilmente con le attuali capacità analitiche di laboratorio.    

Dalle relazioni sono emersi dati confortanti sulla presenza dei PFAS nelle acque destinate al consumo umano (nei campioni analizzati ad oggi i valori sono inferiori ai limiti di legge) su cui ATS compie puntuali accertamenti da tempo e i cui esiti sono pubblicati sul sito web.

Al fine di organizzare un sistema di controllo efficace, lungo tutta la filiera agroalimentare a garanzia della sicurezza dei prodotti alimentari, il Ministero della Salute ha definito un piano di controllo ufficiale di contaminanti e tossine vegetali naturali degli alimenti.

Tale piano prevede campionamenti per la ricerca di PFAS nelle seguenti matrici: carni, uova, prodotti della pesca, crostacei e molluschi.  Al momento, nei campioni analizzati i PFAS risultano assenti o inferiori ai limiti di legge.

Intensa è anche l’attività di monitoraggio condotta da ARPA sulle acque profonde, acque superficiali (corsi d’acqua e laghi) e sulla matrice biota (pesci) che hanno evidenziato la presenza in tracce di diverse sostanze PFAS senza alcun superamento dei limiti normativi, ad eccezione del parametro PFOS, per il quale, su una serie di corpi idrici superficiali, i dati mostrano il superamento del valore normativo medio, mantenendosi comunque al di sotto del limite normativo massimo. Per lo stesso parametro sono stati riscontrati casi isolati di sforamento del valore soglia nelle acque sotterranee.

La presenza dei PFAS nell’ambiente non sorprende alla luce del fatto che questi composti, mobili e persistenti, non si degradano facilmente tanto da essere definiti “inquinanti eterni”.

Tuttavia, esistono dei sistemi per rimuoverli, qualora presenti in concentrazioni oltre ai limiti normativi, nelle matrici più sensibili come l’acqua potabile.

Interessante è stata anche la disamina del Regolamento “Reach” che disciplina l’immissione in commercio in Europa delle sostanze chimiche, tra cui i PFAS, prevedendo procedure rigorose per il loro utilizzo o anche divieti di impiego qualora se ne ravvisi la loro pericolosità. ATS garantisce i controlli del Regolamento REACH fin dai punti di frontiera, collaborando con l’Agenzia delle dogane, per il controllo delle schede di sicurezza dei prodotti e dell’etichettatura. Utile sapere che il consumatore può accedere alla banca dati del REACH per sapere quali limiti europei sono imposti per i PFAS e su quali oggetti o articoli. (SCIP - ECHA)

Gli sviluppi futuri prevedono, oltre alla prosecuzione dei controlli già in essere, l’ampliamento delle capacità analitiche di laboratorio per i controlli sulle matrici alimentari. Inoltre, il servizio di Epidemiologia di ATS sta sviluppando con Regione Lombardia un progetto che prevederà il monitoraggio biologico di una popolazione selezionata, con il dosaggio dei PFAS nel sangue/urine, oltre che di altri contaminanti. 

In sintesi, la giornata è stata una preziosa occasione di confronto che ha confermato la sicurezza della nostra acqua potabile e la necessità di mettere in rete le diverse competenze per approfondire la diffusione dei PFAS anche in altre matrici, sia alimentari che no. Un esempio concreto di approccio “one health” che riconosce come la prevenzione richieda oggi un metodo sempre più integrato tra la salute umana, animale ed ambientale.