L'Ats presenta il suo piano: accorciare le code in corsia

Pubblicato il 09/07/2021 alle 18:13
Ultima modifica: 28/07/2021 alle 18:01
Pubblicato il
10/04/2019
Testata
Il Cittadino di Lodi
Aptent inhibeo natu rusticus ut zelus.

Ridurre i sovraffollamenti in pronto soccorso, migliorare i tempi di attesa e l'accesso agli studi dei medici di famiglia. Sono solo tre dei numerosi obiettivi che si sono posti i nuovi direttori dell'Ats Città metropolitana, nel piano di programmazione 2019-2023, presentato ieri di fronte a circa 1.400 dipendenti. Presso il conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, infatti, si è svolto l'evento "Saremo Ats".
L'ex Asl, oggi Agenzia per la tutela della salute della Città metropolitana, è una delle più vaste: comprende, infatti, 2 province (Milano e Lodi), 194 comuni e 3milioni e 500mila abitanti, dispone di 18mila posti letto suddivisi in 9 Asst, 3 istituti di ricerca pubblici e 10 privati e 17mila 500 posti nelle case di riposo. Tra i progetti, i manager hanno indicato l'incremento dell'offerta degli ambulatori dei medici di famiglia, superando i limiti delle 18 ore settimanali distribuite nei giorni feriali. La situazione attuale, secondo i manager, non permette ai pazienti di considerare effettivamente il medico di famiglia come il primo riferimento per le sue patologie non urgenti. L'Ats vuole sviluppare le forme di medicina di gruppo, per garantire ai pazienti l'accesso agli ambulatori per almeno 16 ore al giorno per 7 giorni alla settimana». Per ridurrei tempi di attesa, l'Ats ha in mente di potenziare le aree più carenti, monitorare costantemente i tempi di attesa e poi sanzionare comportamenti che inducono nei pazienti la scelta della spesa privata mantenendo tempi di attesa elevati nel sistema sanitario regionale». Una tematica importante, da porre all'attenzione, hanno detto i manager è quella del sovraffollamento in pronto soccorso, un tema questo che riguarda anche il servizio dell'ospedale di Lodi, uno dei preferiti dai pazienti lombardi. L'Ats svilupperà modelli per prevedere l'iperafflusso in pronto soccorso, identificando le strutture più gettonate, in modo da poter aumentare in quelle aree i posti letto. Un modo per prevenire il sovraffollamento secondo la squadra di Bergamaschi è anche quello di potenziare le attività territoriali, con modalità alternative. L'Ats vuole rispolverare il modello sperimentato durante Expo: ambulatori, anche pediatrici, di continuità assistenziale, in forma integrata con specialisti, in orari utili alla popolazione, con sedi facilmente raggiungibili e localizzate in strutture di riferimento. Per migliorare il problema del sovraffollamento, inoltre, secondo l'Ats, è necessario riordinare il sistema dei letti dei sub acuti e delle cure intermedie.